ateatro 132.97 4/3/2011 BP2011 MATERIALI Insorgere per risorgere. Pratiche di resistenza, diritti e nuovo welfare, modelli di sistema In appendice: Lo Statuto Sociale degli Artisti del Parlamento Europeo di Zeropuntotre
Chi siamo
Zeropuntotre è un movimento autorganizzato di lavoratrici/ori dello spettacolo dal vivo, attori, attrici, registi, tecnici, danzatori, danzatrici, scenografi, costumisti nato per difendere i diritti dei lavoratori, per informare, per raccogliere proteste ed elaborare proposte.
Nel 2009 abbiamo cominciato a leggere un comunicato sui palcoscenici e nei mesi attraverso la rete questo gesto è stato condiviso in modo orizzontale da molti colleghi nei teatri d’Italia.
Per la prima volta, almeno nelle nostre biografie, ci siamo presentati con l’identità che non ci viene riconosciuta, quella di lavoratrici e lavoratori: in Italia i lavoratori e gli artisti, motore principale di un “microcosmo” con un indotto estremamente articolato, sono ignorati dalla politica e abbandonati dalle istituzioni del settore.
Nelle discussione sui tagli al FUS mai si è parlato dei lavoratori. Siamo restati un numero da esibire – 250.000 – una sorta di carico da dieci sul tavolo di una partita a briscola. Spesso giocata al ribasso anche da chi i lavoratori dovrebbe rappresentare.
Certo, l'autunno ci ha mostrato un altro spettacolo: il disagio crescente e la violenza di una precarietà che spinge le nostre vite ai limiti della sopravvivenza hanno iniziato a trasformarsi in un'opposizione sociale dal basso. In questo tessuto multiforme fatto di studenti, ricercatori, docenti, lavoratori della conoscenza, precari dell'immateriale e non, abbiamo in modo naturale trovato una collocazione ed è nata così un'esperienza finora inedita in Italia: la costituzione, a Roma e in altre città, di un coordinamento di lavoratrici e lavoratori di vari settori dello spettacolo, cinema teatro danza lirica, artisti e tecnici, stabili precari e intermittenti. Siamo una soggettività potenziale, ancora lontana dalla forza contrattuale che i nostri colleghi francesi costruirono qualche anno fa – ma i diritti non sono mai concessi, bensì conquistati.
Il 14 e il 22 dicembre eravamo in piazza con studenti e ricercatori condividendo la stessa radicalità, abbiamo fatto blitz alle prime del Teatro Valle, Teatro Eliseo e Teatro dell’Opera, abbiamo occupato il cinema Metropolitan di Roma, abbiamo denunciato alla stampa internazionale la situazione italiana al Festival del cinema di Berlino: tutte azioni per renderci visibili, per costruire un peso politico senza il quale ogni difesa del settore è inefficace, azioni anche radicali come radicale è l'attacco alla cultura. Azioni che vogliono creare disagio in un settore in cui la maggior parte di noi, precari e intermittenti, non possono utilizzare lo strumento dello sciopero. Che hanno l'obbiettivo di rendere visibili i luoghi di produzioni culturale in quanto luoghi di lavoro. Non ci risulta che negli ultimi 150 anni sia stato inventato uno strumento più efficace dello sciopero per difendere e conquistare diritti: allora come trasformare e potenziare questo strumento a partire dalla atipicità del nostro settore?
Andiamo avanti. L'elenco delle “cose” teatrali scomparse o che rischiano si scomparire è lungo: l'ETI, Teatro Valle, Pergola e Duse, NapoliTeatroFestival, mancato reintegro nel Decreto Milleproroghe...
É necessaria una valutazione politica da condividere in questa giornata: o si continua a pensare che tutto andrà a posto, che pochi spiccioli rientreranno sottobanco o si ha la percezione chiara che, fuori da ogni retorica, SIAMO IN UNO STATO DI EMERGENZA.
Che non sia più possibile lavorare neanche in condizioni di semplice sopravvivenza. Che tornare indietro sarà molto, molto difficile.
Allora iniziamo da subito a condividere pratiche di resistenza da un lato e dall'altro a progettare un cambiamento profondo del sistema teatrale. Conflitto e utopia: per favore, superiamo l'immaginario portarogna dei funerali al teatro.
Serve una visione alta, prospettica, d'insieme, un nuovo punto di partenza – ovvero, la questione dei diritti degli artisti e dei lavoratori. (1. Tagli/2. Welfare)
1. Tagli al FUS e modelli di finanziamento pubblico
Portare avanti una protesta contro i tagli NON SIGNIFICA DIFENDERE L'ESISTENTE. Il sistema di finanziamento pubblico – diciamocelo - fa schifo. È da rifondare completamente.
Ma sui tagli si gioca una partita più ampia: a. SUI DIRITTI e b. SUL LAVORO.
a. La cultura è UN BENE COMUNE.
Finanziare la cultura non è assistenzialismo: l’accesso a saperi, conoscenza, ricerca e creazione in tutte le sue forme, la libera circolazione di idee e individui, il potenziamento del pensiero critico sono diritto imprescindibile di ognuno e non un privilegio di pochi.
Attraverso la politica di tagli in Italia si ridefinisce un nuovo stato di diritto, un nuovo modello di società. Questo dobbiamo saperlo comunicare a tutti – non può essere una battaglia solo settoriale. Altrimenti abbiamo già perso.
b. Ma i tagli COLPISCONO OCCUPAZIONE E POSTI DI LAVORO. Posti di lavoro invisibili perché siamo per lo più precari, intermittenti, con contratti a termine, siamo lavoratori subordinati ma costretti a lavoratore come autonomi, pagati con forfait o al nero.
Proprio noi - privi di ogni garanzia sociale - siamo più colpiti dalle condizioni di PRECARIETà, dalla SVALORIZZAZIONE SALARIALE del nostro lavoro e delle nostre COMPETENZE.
D'altra parte lo smantellamento dei fondi pubblici ci “aiuta” a vedere meglio la struttura del sistema.
Lo spettacolo dal vivo negli ultimi trent'anni è molto cambiato. Una parte del teatro maggiormente finanziato non rappresenta più la totalità della proposta: nascono nuovi pubblici, in luoghi eterogenei e non istituzionali. E questo mondo, presente qui oggi, non è marginale, è vivo e produttivo a livello sia artistico che economico.
Eppure le istituzioni sembrano non accorgersene. Ne sono dimostrazione gli strumenti legislativi elaborati:
- la bozza di legge sugli ammortizzatori sociali della Commissione lavoro, che riesce in un compito non facile: essere peggiorativa dell'esistente.
- la proposta di legge quadro tutta basata sul concetto di impresa.
Leggi, peraltro mai passate.
Due sono i punti di vista: chi difende un'identità già costruita e chi lavora per creare le condizioni per cui diverse identità possano essere costruite.
Assumendo questo secondo punto di vista chiediamo una riforma radicale del sistema di finanziamento pubblico partecipata dai lavoratori, basata su un'equa ripartizione delle risorse, su criteri di trasparenza e di qualità:
- Ridefinizione degli obbiettivi dei teatri stabili pubblici:
+ investimenti sul territorio a favore di nuove realtà artistiche
+ programmi di residenze, sostegno ai nuovi talenti
+ pluralità dell'offerta artistica e dei linguaggi (teatro classico, di ricerca, danza contemporanea...)
+ formazione del pubblico
- Trasparenza dei progetti. Vincolo dei direttori al rispetto gli obbiettivi. Turn over delle cariche.
- Liberare le nomine artistiche dalle ingerenze politiche con l'istituzione di Commissioni di Qualità elette e a termine, formate con criteri di chiara e riconosciuta competenza settoriale e nel mondo della cultura e con la presenza di lavoratori dello spettacolo.
- Indipendenza degli strumenti di verifica.
- Sostegno all'autoimprenditorialità degli artisti.
- Premio alle buone pratiche e sanzioni dei comportamenti scorretti.
- Spazi pubblici per prove, creazione e autoformazione.
- Sostegno ai linguaggi della contemporaneità e alla nuova drammaturgia.
2. Welfare
La questione del welfare non è solo una questione di diritti: riguarda un modello che pone al centro l'autonomia artistica e la libera scelta di artisti e lavoratori. È un principio di tutela che innesca anche un meccanismo virtuoso di produzione.
Invitiamo tutto il settore a riflettere sull'ipotesi di un nuovo welfare, come indicato dallo Statuto Europeo degli Artisti, in grado di compensare la natura aleatoria e intermittente della professione artistica:
- Diritti minimi dello stato sociale validi per tutti lavoratori: ammortizzatori sociali, malattia, ferie pagate, congedi parentali, liquidazione di fine rapporto, trattamento pensionistico sicuro e dignitoso.
- Maternità universale per tutte, occupate/disoccupate, stabili e precarie o intermittenti
- Riconoscimento dello statuto dell'intermittenza ovvero garanzia continuativa di reddito per i tempi di non lavoro
- Riconoscimento della formazione permanente
Appello/Proposte di azioni condivise
È necessario iniziare a costruire il futuro perché quello che costruiamo ora è quello che ci ritroveremo dopo il disastro.
Lanciamo un appello a noi tutti che siamo qui oggi e a tutto il settore ad esprimersi – da subito anche telegraficamente - e dare adesione attiva a queste proposte:
1. Costruire una rete operativa tra le diverse realtà teatrali, anche attraverso strumenti web, ad esempio un portale di raccordo in grado di monitorare anche a livello locale le conseguenze dei tagli. Invitiamo le grandi istituzioni pubbliche a mettere in comune le proprie risorse.
2. Indire il più presto possibile una giornata di mobilitazione FORTE. Sarebbe significativo farla il 27 marzo: mentre tutto il mondo festeggia, noi protestiamo.
3. Portiamo il conflitto fuori dalla stanze dei ministeri. Proviamo a costruire insieme degli stati generali del teatro, partecipati e non di rappresentanza, che coinvolgano la politica e che la impegnino senza possibilità di ritrattare.
4. Pronunciarsi pubblicamente sulla questione del Festival di Napoli e dell'ETI, su cui non c'è trasparenza e non si sa che fine faranno. Lo chiediamo ai direttori dei teatri, agli artisti conosciuti, a chi occupa ruoli di responsabilità pubblica.
Diciamo, con una frase di Rafael Spregelburd, (drammaturgo argentino)
"Ci sono motivi oggi per scendere in piazza. Quanto è triste la prudenza".
zeropuntotre
lavorat* spettacolo dal vivo
STATUTO SOCIALE DEGLI ARTISTI
Procedura : 2006/2249(INI) Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0199/2007
Testi approvati dal Parlamento
Giovedì 7 giugno 2007 - Bruxelles Edizione provvisoria
Statuto sociale degli artisti
P6_TA-PROV(2007) 0236 A6-0199/2007
Risoluzione del Parlamento europeo del 7 giugno 2007 sullo statuto sociale degli artisti (2006/2249(INI))
Statuto sociale degli artisti
P6_TA-PROV(2007) 0236 A6-0199/2007
Risoluzione del Parlamento europeo del 7 giugno 2007 sullo statuto sociale degli artisti (2006/2249(INI))
Il Parlamento europeo ,
– vista la Convenzione dell'Unesco sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali,
– vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Una strategia quadro per la non discriminazione e le pari opportunità per tutti" (COM(2005)0224),
– visto il Libro Verde della Commissione dal titolo "Modernizzare il diritto del lavoro per rispondere alle sfide del XXI secolo" (COM(2006)0708),
– vista la propria risoluzione del 22 ottobre 2002 sull'importanza e il dinamismo del teatro e delle arti dello spettacolo nell'Europa allargata (1),
– vista la propria risoluzione del 4 settembre 2003 sulle industrie culturali (2),
– vista la propria risoluzione del 13 ottobre 2005 sulle nuove sfide per il circo quale parte della cultura europea (3),
– visto il regolamento (CEE) n. 1408/71 del Consiglio, del 14 giugno 1971, relativo all'applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati e ai loro familiari che si spostano all'interno della Comunità (4),
– visto il regolamento (CE) n. 883/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale (5),
– vista la direttiva 2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001, sull'armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella società dell'informazione (6),
– vista la sua risoluzione del 9 marzo 1999 sulla situazione e il ruolo degli artisti nell'Unione europea (7),
– vista la direttiva 2006/115/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, concernente il diritto di noleggio, il diritto di prestito e taluni diritti connessi al diritto di autore in materia di proprietà intellettuale (8),
– vista la direttiva 2006/116/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, concernente la durata di protezione del diritto d'autore e di alcuni diritti connessi (9),
– vista la sentenza della Corte di giustizia del 30 marzo 2000, causa C-178/97, Barry Banks e altri contro Theatre royal de la Monnaie (10),
– vista la sentenza della Corte di giustizia del 15 giugno 2006, causa C-255/04, Commissione delle Comunità europee contro Repubblica francese (11),
– visto l'articolo 45 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per la cultura e l'istruzione (A6-0199/2007),
A. considerando che l'arte può anche essere considerata un lavoro e una professione,
B. considerando che le summenzionate sentenze e la direttiva 96/71/CE riguardano tutte in modo specifico le attività degli artisti interpreti,
C. considerando che, per praticare l'arte al più alto livello, occorre interessarsi al mondo dello spettacolo e della cultura sin dalla più giovane età ed avere la possibilità di accedere alle principali opere del nostro patrimonio culturale,
D. considerando che in numerosi Stati membri taluni professionisti del settore artistico non hanno uno statuto legale,
E. considerando che la flessibilità e la mobilità sono elementi indissociabili nell'esercizio delle professioni artistiche,
F. considerando che nessun artista è totalmente al riparo dalla precarietà in nessuna fase del suo percorso professionale,
G. considerando che la natura aleatoria e talvolta incerta della professione artistica deve essere necessariamente compensata dalla garanzia di una protezione sociale sicura,
H. considerando che ancora oggi risulta praticamente impossibile per un artista in Europa ricostruire la sua carriera professionale,
I. considerando che occorre facilitare l'accesso degli artisti alle informazioni concernenti le loro condizioni di lavoro, mobilità, disoccupazione, salute e pensione,
J. considerando che le predisposizioni artistiche, le doti naturali e il talento sono raramente sufficienti per aprire la strada ad una carriera artistica professionale,
K. considerando che non sono stati ancora sufficientemente sviluppati i contratti di formazione e/o qualificazione a vocazione artistica adattati alle singole discipline,
L. considerando che è opportuno incoraggiare la riconversione professionale degli artisti,
M. considerando che la libera circolazione dei lavoratori in generale, inclusi gli artisti originari dei nuovi Stati membri, è tuttora soggetta a certe limitazioni dovute alle possibili disposizioni transitorie previste dal trattato di adesione,
N. considerando che le produzioni artistiche riuniscono spesso artisti europei ed artisti extracomunitari la cui mobilità è spesso ostacolata dalla difficoltà di ottenere visti a medio termine,
O. considerando che il soggiorno degli artisti in uno Stato membro è il più delle volte di breve durata (inferiore ai tre mesi),
P. considerando che tutti questi problemi legati alla mobilità transfrontaliera, principale caratteristica delle professioni artistiche, mettono in luce la necessità di prevedere misure concrete in questo settore,
Q. considerando che è essenziale distinguere le attività artistiche amatoriali da quelle dei professionisti,
R. considerando che l'integrazione dell'insegnamento artistico nei programmi scolastici degli Stati membri deve essere assicurato in modo efficace,
S. considerando che la succitata Convenzione dell'Unesco costituisce un'ottima base per il riconoscimento dell'importanza delle attività dei professionisti nella creazione artistica,
T. considerando che la direttiva 2001/29/CE impone agli Stati membri che ancora non la applicano, di prevedere per gli autori un compenso equo in caso di eccezioni o restrizioni al diritto di riproduzione (reprografia, riproduzione per uso privato),
U. considerando che la direttiva 2006/115/CEE determina i diritti esclusivi di cui sono titolari in particolare gli artisti interpreti e il loro diritto irrinunciabile ad una remunerazione equa,
V. considerando che i diritti patrimoniali e morali degli autori e degli artisti interpreti sono a tal riguardo il riconoscimento del loro lavoro creativo e del loro contributo alla cultura in generale,
W. considerando che la creazione artistica partecipa allo sviluppo del patrimonio culturale e si nutre delle opere del passato, da cui trae ispirazione e materiale e di cui gli Stati assicurano la salvaguardia,
Miglioramento della situazione degli artisti in Europa
La situazione contrattuale
1. invita gli Stati membri a sviluppare o applicare un quadro giuridico e istituzionale al fine di sostenere la creazione artistica mediante l'adozione o l'attuazione di una serie di misure coerenti e globali che riguardino la situazione contrattuale, la sicurezza sociale, l'assicurazione malattia, la tassazione diretta e indiretta e la conformità alle norme europee;
2. sottolinea che occorre prendere in considerazione la natura atipica dei metodi di lavoro dell'artista;
3. sottolinea inoltre che occorre prendere in considerazione la natura atipica e precaria di tutte le professioni sceniche;
4. incoraggia gli Stati membri a sviluppare la definizione di contratti di formazione o di qualificazione nelle professioni artistiche;
5. propone pertanto agli Stati membri di agevolare il riconoscimento dell'esperienza professionale degli artisti;
La protezione dell'artista
6. invita la Commissione e gli Stati membri a creare un "registro professionale europeo" del tipo EUROPASS per gli artisti, previa consultazione del settore artistico, nel quale potrebbero figurare il loro statuto, la natura e la durata dei successivi contratti nonché i dati dei loro datori di lavoro o dei prestatori di servizi che li ingaggiano;
7. incoraggia gli Stati membri a migliorare il coordinamento e lo scambio di buone pratiche e di informazioni;
8. sollecita la Commissione ad elaborare, in cooperazione con il settore, un manuale pratico uniforme e comprensibile destinato agli artisti europei e agli organi interessati nelle amministrazioni, che contenga tutte le disposizioni in materia di assicurazione malattia, disoccupazione e pensionamento in vigore a livello nazionale ed europeo;
9. invita la Commissione e gli Stati membri in funzione degli accordi bilaterali applicabili ad esaminare la possibilità di iniziative per assicurare il trasferimento dei diritti pensionistici e di sicurezza sociale degli artisti provenienti da paesi terzi quando ritornano nei loro paesi d'origine e per garantire che si tenga conto della esperienza di lavoro in uno Stato membro;
10. incoraggia la Commissione a varare un progetto pilota al fine di sperimentare l'introduzione di una carta elettronica europea di sicurezza sociale specificamente destinata all'artista europeo;
11. ritiene infatti che tale carta, contenendo tutte le informazioni concernenti l'artista, potrebbe risolvere alcuni problemi inerenti alla sua professione;
12. sottolinea la necessità di distinguere con precisione la mobilità specifica degli artisti da quella dei lavoratori dell'Unione europea in generale;
13. chiede a tale proposito alla Commissione di fare il punto sui progressi realizzati in merito a tale mobilità specifica;
14. chiede alla Commissione di individuare formalmente i settori culturali in cui risulta evidente il rischio di una fuga di creatività e di talenti e chiede agli Stati membri di incoraggiare, mediante incentivi, gli artisti a rimanere o a rientrare nel territorio degli Stati membri;
15. chiede inoltre agli Stati membri di prestare un'attenzione particolare al riconoscimento a livello comunitario di diplomi e altri certificati rilasciati dai conservatori e dalle scuole artistiche nazionali europee e da altre scuole ufficiali delle arti dello spettacolo, in modo da consentire ai loro titolari di lavorare e studiare in tutti gli Stati membri, in conformità con il processo di Bologna; sollecita tutti gli Stati membri a tal riguardo a promuovere studi artistici formali che offrano una buona formazione personale e professionale e consentano agli studenti di sviluppare il proprio talento artistico nonché competenze generali per operare in altri ambiti professionali; sottolinea altresì l'importanza di proporre iniziative su scala europea per facilitare il riconoscimento di diplomi e altri certificati rilasciati dai conservatori e dalle scuole artistiche nazionali di paesi terzi, al fine di favorire la mobilità degli artisti verso gli Stati membri;
16. invita la Commissione ad adottare una "carta europea per la creazione artistica e le condizioni del suo esercizio" sulla base di un'iniziativa come quella dell'Unesco, onde affermare l'importanza delle attività dei professionisti della creazione artistica e favorire l'integrazione europea;
17. invita gli Stati membri ad eliminare tutti i tipi di restrizioni relative all'accesso al mercato del lavoro per gli artisti dei nuovi Stati membri;
18. invita gli Stati membri che non l'applicano ancora ad organizzare, nel rispetto della direttiva 2006/115/CEE e della direttiva 2001/29/CE, in modo efficace il pagamento di tutti gli equi compensi relativi ai diritti di riproduzione e delle eque remunerazioni dovute ai titolari dei diritti d'autore e dei diritti associati;
19. invita la Commissione a procedere ad uno studio che analizzi le disposizioni prese dagli Stati membri per assicurare in modo efficace ai titolari dei diritti d'autore e dei diritti connessi l'equo compenso per le eccezioni legali applicate dagli Stati membri a norma della direttiva 2001/29/CE e per lo sfruttamento legale dei loro diritti a norma della direttiva 2006/115/CEE;
20. invita la Commissione a procedere ad uno studio che analizzi le disposizioni prese dagli Stati membri affinché una parte delle entrate generate dal pagamento dell'equo compenso dovuto ai titolari dei diritti d'autore e dei diritti connessi sia destinata al sostegno dell'attività creativa e alla protezione sociale e finanziaria degli artisti, e che analizzi inoltre gli strumenti giuridici e i dispositivi che potrebbero essere utilizzati per contribuire al finanziamento della protezione degli artisti viventi europei;
21. ritiene auspicabile che gli Stati membri sudino la possibilità di concedere agli artisti un aiuto supplementare a quelli già in vigore, prevedendo per esempio un prelievo sullo sfruttamento commerciale delle creazioni originali e delle loro interpretazioni libere da diritti;
La politica dei visti: mobilità e impiego dei cittadini di paesi terzi
22. sottolinea la necessità di tener conto delle difficoltà che alcuni artisti europei ed extracomunitari incontrano attualmente per ottenere un visto ai fini del rilascio di un permesso di lavoro, nonché delle incertezze legate a tale situazione;
23. sottolinea altresì che le condizioni stabilite per la concessione dei visti e dei permessi di lavoro sono attualmente difficili da soddisfare da parte degli artisti in possesso di contratti di lavoro a breve termine;
24. invita la Commissione a riflettere sugli attuali sistemi per la concessione di visti e permessi di lavoro agli artisti e a mettere a punto una regolamentazione comunitaria in questo settore che possa portare all'introduzione di un visto temporaneo specificamente destinato agli artisti europei ed extracomunitari, come già avviene in taluni Stati membri;
Formazione lungo tutto l'arco della vita e riconversione
25. invita gli Stati membri a creare strutture specializzate di formazione e tirocinio destinate ai professionisti del settore culturale, in modo da sviluppare un'autentica politica dell'occupazione in questo ambito;
26. invita la Commissione a raccogliere tutte le ricerche e le pubblicazioni esistenti e a valutare, nella forma di uno studio, l'attuale situazione per quanto concerne l'attenzione prestata nell'Unione europea alle malattie professionali tipiche delle attività artistiche, ad esempio l'artrite;
27. ricorda che tutti gli artisti esercitano la loro attività in modo permanente, non limitandosi alle ore di prestazione artistica o di spettacolo sulla scena;
28. ricorda a tale proposito che i periodi di ripetizione costituiscono a pieno titolo ore di lavoro effettivo e che è necessario tener conto di tutti questi periodi d'attività nella carriera degli artisti, sia durante i periodi di disoccupazione che a fini pensionistici;
29. invita la Commissione a valutare il livello reale di cooperazione europea e di scambi nel campo della formazione professionale nelle arti dello spettacolo e a promuovere tali aspetti nel quadro dei programmi per l'apprendimento permanente e cultura 2007, nonché dell'Anno europeo per l'istruzione e la cultura 2009;
Verso una ristrutturazione delle attività amatoriali
30. insite sulla necessità di sostenere tutte le attività artistiche e culturali svolte segnatamente a favore di gruppi socialmente svantaggiati allo scopo di migliorarne l'integrazione;
31. sottolinea l'importanza delle attività artistiche amatoriali quale elemento cruciale di avvicinamento tra le comunità locali e di costituzione di una società dei cittadini;
32. sottolinea che gli artisti senza formazione specifica che aspirano a una carriera artistica professionale dovrebbero essere ben informati in merito a certi aspetti di questa professione;
33. invita a tale proposito gli Stati membri ad incoraggiare e a promuovere le attività amatoriali in continuo contatto con gli artisti professionisti;
Garantire la formazione artistica e culturale sin dalla più giovane età
34. invita la Commissione ad effettuare uno studio sull'educazione artistica nell'Unione europea (i suoi contenuti, la natura della formazione offerta – se formale o meno –, i risultati e gli sbocchi professionali) e a comunicarne i risultati al Parlamento entro due anni;
35. invita la Commissione ad incoraggiare e favorire la mobilità degli studenti europei delle discipline artistiche, attraverso l'intensificazione dei programmi di scambio fra gli studenti dei conservatori e delle scuole artistiche nazionali sia su scala europea che su scala extra-europea;
36. invita la Commissione a prevedere il finanziamento di misure e progetti pilota che consentano in particolare di definire i modelli adeguati in materia di educazione artistica nell'ambiente scolastico attraverso un sistema europeo di scambio di informazioni e di esperienze destinato agli insegnanti di discipline artistiche;
37. raccomanda agli Stati membri di intensificare la formazione degli insegnanti incaricati dell'educazione artistica;
38. chiede alla Commissione e agli Stati membri di esaminare la possibilità di creare un fondo di mobilità europea di tipo Erasmus destinato agli scambi di insegnanti e di giovani artisti; ricorda a tal riguardo l'importanza che attribuisce all'aumento del bilancio europeo destinato alla cultura;
39. chiede alla Commissione e agli Stati membri di lanciare una campagna d'informazione volta ad offrire una garanzia di qualità dell'educazione artistica;
o
o o
40. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai parlamenti e ai governi degli Stati membri.
(1) GU C 300 E dell'11.12.2003, pag. 156.
(2) GU C 76 E del 25.3.2004, pag. 459.
(3) GU C 233 E del 28.9.2006, pag. 124.
(4) GU L 149 del 5.7.1971, pag. 2.
(5) GU L 166 del 30.4.2004, pag. 1.
(6) GU L 167 del 22.6.2001, pag. 10.
(7) GU C 175 del 21.6.1999, pag. 42.
(8) GU L 376 del 27.12.2006, pag. 28.
(9) GU L 372 del 27.12.2006, pag. 12.
(10) Racc. 2000, pag. I-2005.
(11) Racc. 2000, pag. I-5251.